Dal 1938 anche la comunità ebraica è sottoposta alle leggi razziali. Allontanati dalle scuole e dai posti di lavoro, dopo l'entrata in guerra gli ebrei subiscono nuove misure persecutorie: fra queste l'internamento degli ebrei stranieri dall'estate del 1940 e la precettazione al lavoro per gli italiani introdotta nel 1942.
A Bagno a Ripoli entra in funzione un campo di concentramento a Villa La Selva, che sarà utilizzato anche dopo l'8 settembre 1943.
Durante il conflitto il tema della “guerra contro gli ebrei” viene utilizzato con un certo successo dalla propaganda.
Ordinanza relativa al campo di concentramento di Bagno a Ripoli, 27 febbraio 1942 (ASFi)
Nota di informatore a favore della precettazione al lavoro obbligatorio, 9 maggio 1942 (ACS, MI, DGPS, PP, b. 231)
Richiesta di chiarimenti del presidente del Gabinetto Vieusseux Jacopo Mazzei sul divieto d'accesso a lettori “di razza ebraica”, 19 marzo 1942. La Soprintendenza bibliografica ribadirà tale divieto anche per le biblioteche private (Archivio Vieusseux).
Un esempio di narrativa popolare antisemita (Firenze, Nerbini, 1941)
Giovani ebrei fiorentini, fra i quali Gianfranco Sarfatti (secondo da sinistra), al servizio del lavoro a S. Donnino (ISRT)
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