Dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia, Mussolini è destituito dal re Vittorio Emanuele il 25 luglio 1943 col sostegno degli ambienti fascisti più moderati.
Firenze e i comuni della provincia si distinguono per la vivacità delle manifestazioni di piazza, che esprimono sia la gioia per la fine della guerra ritenuta imminente, sia sentimenti di rabbia nei confronti del passato regime.
Gruppi politici antifascisti di vario orientamento, che avevano iniziato a riorganizzarsi nei mesi precedenti, tentano di guidare queste manifestazioni in buona parte sorte spontaneamente.
La rapida reazione dei tutori dell'ordine pubblico smorza le speranze di un deciso cambiamento politico. È in realtà l'inizio di un lungo e drammatico processo di uscita dal fascismo e dalla guerra.
Dal diario della maestra Giulia Minghetti (Archivio diaristico nazionale Pieve S. Stefano)
Domenica 25 luglio [...] Al caffè incontriamo i Nannetti; la conversazione è animatissima nella grande sala, cui arriva dalla piazza un nostalgico suono di violino. Si fa ritorno a Vicchio quando imbruna. Cenato in giardino si gode il fresco della sera e si ascolta la radio. D'un tratto, dopo qualche minuto di silenzio, la voce dell'annunziatore, dice: “ S. M. il Re Imperatore ha accettato le dimissioni del Capo del Governo, primo ministro, Cavalier Benito Mussolini e ha nominato il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio. La notizia inaspettata mi agita. E la voce continua a trasmettere il proclama del Re, bellissimo, solenne come l'ora che attraversiamo- “Ora più che mai mi sento indissolubilmente legato a voi tutti nella certezza dell'immortalità della Patria”. Queste parole mi entrano nel cuore, mi fanno salire un nodo alla gola. Non potrò dimenticarle...
Lunedì 26 luglio Siamo in istato di assedio: dalle 21 alle 5 è ordinato il coprifuoco. Prima di andare a letto esco di casa e, attraversato il giardino, salgo verso il pergolato di glicine e mi affaccio alla terrazza. Fresca è l'aria, spente le stelle, deserto il viale. Tutto è buio, tacito, addormentato. Non si ode che il rumore della pioggia sulle fronde più fitte [...]
Mercoledì 28 luglio Le emozioni continuano. Maria teme dei disordini cittadini e allora vado sola a Firenze. Apro la casa polverosa, scendo nel giardino abbandonato, colgo qualche oleandro rosato per infiorare il “piccol desco”. Mentre fo lezione [...] mi arriva l'eco di un tumulto. Che sarà? Mi affaccio alla finestra: la gente sembra impazzita, grida inneggiando alla pace, sventola il tricolore, mentre le campane delle chiese suonano a festa e fra tutte domina quella del Bargello. Si parla di armistizio. E' un turbine di pensieri e di sentimenti. Io non mi sono ancora riavuta del tutto quando le sirene danno il segnale d'allarme e subito s'inizia un'ininterrotta sparatoria: son colpi di fucile, secche detonazioni che mirano a disperdere i dimostranti. Prima che suoni il cessato allarme, la radio smentisce la falsa notizia invitando la popolazione a desistere da dimostrazioni che inesorabilmente verrebbero represse dalle autorità militari. Grave è quest'ora per la nostra Patria!!...
Dal diario di Elio Salmon, 28 luglio 1943
28 Luglio 1943 Approfitto di un bel temporalone che viene finalmente a portare un po' di refrigerio in città per scriverti un altro foglio, ma credo che ne occorrerebbero parecchi per descrivere quello che abbiamo passato in questi giorni di passione, dopo il bombardamento di Roma, quello di Bologna, il crollo del fascismo e l'esplosione di libertà che sembra faccia impazzire tutti qui da noi! Quest'ultima notizia ci è giunta solo Lunedì mattina alla Consuma (perché non abbiamo la radio), portata dalla donna che era andata in paese a prendere il latte; è arrivata in camera nostra, mentre io stavo radendomi, col cuore in bocca gridando: non c'è più Mussolini, ma c'è Badoglio! Roba da far venire un accidente a chiunque, così a bruciapelo! Quanto abbiamo pensato a voi in quel momento, quante speranze si sono aperte, quanti ricordi si accavallavano in baraonda incredibile, perché la notizia non sembrava nemmeno possibile in tanta tensione di animi! Poi siamo scesi in paese a chiedere particolari e con l’arrivo della Sita abbiamo avuto notizie precise su quanto era avvenuto nel frattempo in città dove l'entusiasmo regnava altissimo ancora. Finalmente abbiamo chiesto ad amici vicini una radio in prestito, dato che ne avevano due, e così abbiamo seguito, si può dire, ora per ora tutti gli avvenimenti. Ieri sera finalmente mi sono deciso a tornare in città; che effetto curioso leggere sui muri scritte di «abbasso» e di «morte» dove prima c'era solo «W» e «Alala»! Ho letto anche una bella scritta a stampatello «M al Duce sacrificatore del popolo!». Naturalmente sono stati più gli abbracci e le strette di mano di tante persone di conoscenza, ma avevo poco tempo prima del coprifuoco (alle 21) ed ho fatto appena in tempo a cenare in fretta alle Campane in via Dante Rossi, che pare sia stata ribattezzata via Matteotti! Stamani altre dimostrazioni e confusione in centro, ove verso le 11 si è sparsa la voce dell'armistizio, aumentata dallo squillare della campana del Bargello! Sembravano tutti impazziti e i parapiglia sono stati tanti che verso mezzogiorno (io nel frattempo ero andato alla Sita a riprendere la bicicletta lasciata Sabato mattina) sono stati tesi i cordoni di truppa attraverso le piazze principali e sono stati sparati anche colpi a salve: finalmente poi hanno suonato anche le sirene d'allarme e la gente a poco a poco si è dispersa e calmata; ma oggi c'è tanta elettricità in giro che i negozi sono chiusi e i pattuglioni circolano di continuo.
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